Il Sapore di Lima

Urban Life Style

Preparate i sensi prima di partire per la capitale del Perù: i suoni e gli odori orienteranno la vista, la vista guiderà il gusto e il gusto il tatto. La gastronomia, qui, è una cosa seria.

Il cielo grigio di Lima minaccia sempre tempesta, anche se non piove quasi mai. I venti alisei si infrangono contro la cordigliera delle Ande, che fa da barriera, e creano sul lato occidentale un’ombra pluviometrica. Lima ha una luce prestata e un’umidità meticcia, figlia del Pacifico e delle Ande.

Ci sono molte anime a Lima e ognuna ha un sapore diverso perché il Perù ha tutto: la foresta amazzonica, il deserto, le Ande e la costa del Pacifico. In città non c’è serata tra amici dove non si finisce di parlare di cibo o di ristoranti.  Ogni abitante sa chi è lo chef più importante del momento, quali sono le migliori cevicherías, dove prendere il miglior anticucho, uno spiedino di interiora di carne, o chi prepara le causas più saporite, un piatto di origine inca a base di patata gialla schiacciata, peperoncino rosso fresco in polvere e succo di limone.

È sempre stato così, ma negli ultimi anni la passione per la gastronomia è diventata parte dell’identità nazionale. Alle ricette andine, di origine precolombiana, si sono aggiunte quelle spagnole, quelle africane degli schiavi, quelle dei migranti cinesi del XIX secolo e quelle giapponesi del XX. E  a Lima è possibile assaggiarle tutte.

San Isidro, Miraflores o il quartiere bohémien di Barranco sono zone in cui il palato viaggia attraverso il Perù, sia dal punto di vista spaziale che temporale. Il Fiesta, dello chef Héctor Solís, e l’Isolina, la sofisticata taverna peruviana di José del Castillo, coccolano i clienti con la loro cucina raffinata. Nel ristorante Maido lo chef, Mitsuharu Tsumurase, offre la migliore esperienza nikkei, fusione tra la cucina peruviana e quella giapponese.

Il cibo “chifa”, nato nel XIX secolo con l’arrivo dei migranti dall’Oriente, unisce anche il gusto tradizionale del Perù alle ricette made in Cina . Il tempio di questo stile gastronomico è il Chifa San Joy Lao, nel cuore del quartiere cinese di Lima.

Da non perdere anche il ristorante Astrid&Gastón, locale di riferimento di Gastón Acurio. Nella Casa Moreyra, l’antica casa coloniale di proprietà San Isidro – età 300 anni – Gastón e Astrid hanno completamente rinnovato la loro proposta culinaria, ma mantenendo intatta la caratteristica principale: la valorizzazione del prodotto peruviano.

La vita di Lima gira letteralmente attorno al suo cibo. Ogni settimana aprono nuovi locali, con lo scopo di sorprendere i palati esigenti dei limegni e di coloro che arrivano da altri paesi con l’unico obiettivo di assaggiare la potenza gastronomica peruviana.

Ma Lima non è solo gastronomia, un cielo grigio che permette di camminare senza ombre o l’ombra umida delle Ande che sfocia nell’Oceano Pacifico. Dalla sua fondazione, nel 1535, è la “Città dei Re”. Fu la capitale del Vicereame del Perù e mantiene ancora un certo retrogusto coloniale, soprattutto nel suo centro storico. La Casa Aliaga, vicino al Palazzo del Governo, è stata per 18 generazioni dimora dei discendenti di Jerónimo de Aliaga, che accompagnò Francisco Pizzarro nella fondazione della città. Nella stessa casa, ancora oggi, vivono degli Aliaga, ed è possibile prenotare con anticipo una visita all’interno della casa stessa.

A pochi metri si trovano due gioielli dell’architettura religiosa del XVI e del XVII secolo: la Cattedrale di Lima e la Chiesa di San Francesco. Un altro tempio del centro di Lima è la Casa della Letteratura Peruviana (Casa de la Literatura Peruana). Qui vengono declamati poemi in alcune delle 47 lingue che convivono oggi in Perù e si può  scoprire il modo in cui gli scrittori peruviani parlano delle loro città.