Le Isole Marchesi galleggiano come frammenti in mezzo all’Oceano Pacifico e non sono il paradiso dei resort, ma un luogo primitivo dove ritrovare un profondo contatto con la natura lontano dalle città, dalla folla e dal caos.
Il continente più vicino è l’America e si trova a circa cinquemila chilometri d’acqua. L’isola più vicina, Tahiti, a oltre 1500 chilometri. Sono quindici le isole che formano l’arcipelago delle Marchesi, di cui solo sei sono abitate, e tutte vantano fondali profondi e vulcani sottomarini perché, di fatto, altro non sono che la cima di un grande vulcano.
Da qui partono voli verso le isole Nuku Hiva e Hiva Oa, ma è possibile anche prendere il cargo come nave da crociera Aranui, che impiega 14 giorni per trasportare i passeggeri verso quella che viene indicata da molti come la fine del mondo.
Paul Gaugin, dopo aver vissuto a Tahiti, fece scalo nell’isola di Hivo Oa, il paradiso che stava cercando lontano dalla civiltà e luogo perfetto per la sua ricerca di una tecnica di pittura primitiva. Rimase a dipingere sulle Marchesi fino alla morte e fu poi sepolto nel cimitero di Calvaire ad Atuona, il capoluogo dell’isola.
L’arcipelago è stato una sorpresa anche per gli esploratori delle prime circumnavigazioni. Il vascello spagnolo San Lesmes, nella sua rotta verso le Filippine, si imbatté nelle montagnose e appuntite isole, per poi affondare in seguito a una tormenta. Per oltre settant’anni si è pensato a un’allucinazione dell’equipaggio, fino a quando, nel 1595, il navigatore spagnolo Álvaro de Mendaña incontrò di nuovo le isole e le battezzò Marchesi di Mendoza, in onore del vicerè del Perù, il marchese di Cañete.
Tappa obbligata è il sito archeologico di Lipona Situato sull’isola di Nuku Hiva e uno dei più importanti della Polinesia francese. Qui spiccano le statue di Tiki Taii, un gigante di quasi tre metri, e quella di Tiki Maki Taua, una donna partoriente.
È anche possibile visitare angoli paradisiaci, come le baie di Hanahevane e Hanamenino, sull’isola di Tahuata, con spiagge dorate e acque cristalline color smeraldo, nelle quali è possibile praticare immersioni.
Nuku Hiva, l’isola più grande delle Marchesi, spicca per le sue montagne appuntite, createsi a seguito di eruzioni vulcaniche. La valle sconosciuta di Taipi è il luogo che affascinò Jack London e Herman Melville, due degli scrittori di viaggi e avventure del XIX secolo che rimasero affascinati da queste isole.
È in questo mondo, appena sfiorato dalla mano dell’uomo, che approdò anche lo scrittore scozzese Robert Luis Stevenson, prima di scrivere “Nei mari del Sud”.
I sentieri per il trekking e le escursioni organizzate a cavallo offrono la possibilità di visitare siti archeologici come Hikokua, sull’isola di Hiva. In entrambi si possono apprezzare i giganti di pietra o “tiki”, più piccoli dei “moai” dell’Isola di Pasqua.
La popolazione locale, di origine polinesiana e influenza francese, non supera i 10.000 abitanti. La città più popolosa è Taiohae, capoluogo dell’isola Nuku Hiva, con 2.000 abitanti. Grazie alla sua geografia aspra, con abbondanti precipizi, fitte foreste e infinite cascate – come quella di Hakaui, la terza più alta del mondo – questo luogo si è trasformato in un paradiso dell’ecoturismo.